Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

giovedì 11 febbraio 2010

Una settimana, un giorno


Andò a prenderlo alla stazione piena d'emozione per quell'incontro che sarebbe avvenuto dopo un tempo incalcolabile.
Aveva addosso un tubino nero lungo fino alle caviglie, leggermente retrò e un maglione bianco e morbido, ma ciò che dava alla figura una carica sensuale spontanea, era il cappotto grigio e stretto sui fianchi e gli stivali coordinati dal tacco vertiginoso.
Arrivarono in albergo e dopo pochi attimi lei si era liberata di tutti gli strati di quegli abiti ingombranti lasciando come unico addobbo al suo corpo, un elegante body di seta.
Fecero l'amore con dolcezza, scherzarono e risero, decisero che nome avrebbero dato ai loro futuri bambini e sotto la doccia si mescolarono nuovamente uno nell'altra con quella rabbia che spesso precede l'abbandono.
Parlarono ancora fitti e densi, tacquero lasciando ad occhi ed espressioni il compito di stabilire tutto il contatto possibile, quello che non ha bisogno di parole nuove.
Piansero quando lui ripartì lasciandosi addosso infinite promesse e baci, istanti d'amore a racchiuderne l'essenza.

L'unica cosa che ancora conserva è una lettera che le scrisse dopo poco, per dirle addio.
Nulla di più e nulla di meno.
L'unica inaspettata, l'unica che non ammetteva repliche, l'unica capace di annientare il profumo dell'illusione e di qualsiasi futuro possibile.

8 commenti:

  1. Troppo facile dire addio a mezzo lettera...addio si dice guardandosi negli occhi...

    RispondiElimina
  2. e pensa che ha usato una lettera...c'è chi lo fa con un sms!!!

    RispondiElimina
  3. A quelli il cellulare lo si dovrebbe sigillare nel cuBo con il vibracall inserito e farli chiamare a turno dall'intero elenco telefonico di tokyo o città del messico...

    RispondiElimina
  4. Dire addio è triste. Anche sentiselo dire. Si dovrebbe allenarci per dirlo in contemporanea. Forse sarebbe meno triste.

    RispondiElimina
  5. evaso, sai quanto sarebbe facile dirsi addio in simultanea?
    Ci sarebbero meno persone che soffrono.
    Inverosimile...che a noi in fin dei conti, ci piace pure!

    RispondiElimina
  6. per l'addio avrei pensato di chiamare il gruppo degli STRONS, che ne dici? La loro musica unisce due stili: il punk e Gigliola Cinquetti. Non oso immaginare i risultati

    RispondiElimina