Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

domenica 22 marzo 2009

Under Pressure


Si fa in fretta a dire le cose.
Vedi quello, si proprio quello che non si è capito mica perchè l'ha fatto, una persona così a modo.
E si ma sai, prendeva gli antidepressivi.
Ma magari era andato da un medico pirla, al quale aveva raccontato pochi secondi di sè e sai quei medici della testa, mica tutti ti ascoltano.
Fanno finta e subito dopo ti danno gli antidepressivi.
E tu li guardi, perchè mica sei depresso.
Hai qualche problema, è vero, forse gli hai detto che non riesci più a piangere.
E quello, invece di dirti che magari è perchè dentro, in fondo, non piangi perchè sei felice, ti dice che sei depresso, perchè bisogna saper ridere ma anche piangere.
E allora lo pensi anche tu che se non piangi sei depresso e le prendi quelle pastiglie.
Allora nasce la contraddizione, perchè se uno se li piglia gli antidepressivi, dovrebbe smettere di essere depresso e riconoscere le macchie rosa in mezzo al buio.
Invece quello, si quello, la persona a modino che era andata dal dottore, quella che depressa non era più grazie alle pilloline magiche, quella che avrebbe dovuto ricominciare a piangere per sentirsi felice, ha cercato riparo altrove.
Ma sai, era depresso, prendeva gli antidepressivi ed ultimamente non faceva che piangere.

9 commenti:

  1. ,,,ma anche no,,... parola di medicopirla

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  2. Uh, che argomento difficile...da uno che le ha vissute tutte queste cose. Uno per cui l'autostima è la base dell'esistenza e non può pensare che essa dipenda dal contenuto di una pillolina. Ma ha dovuto venirci a patti. E il patto più facile è quello di prenderle e poi fare a gara con se stessi per togliersele una a una, Fino a smettere. Continuando a guardare giù dal letto fino a che ci sembra di nuovo di vedere il riflesso di quel cielo che fatichiamo a guardare. E non il nero della palude in cui, persi, ci siamo inoltrati. Non mi sono mai chiesto se piangere sia un buon sintomo o meno. Non lo faccio mai, nè per troppa felicità, ne per troppa tristezza. E neanche perchè sono un uomo, se è per quello. Ne ho mai sfiorato la contraddizione: ho sempre rifiutato l'esistenza di un rapporto diretto e meccanico tra il farmaco e lo stato d'umore. Per un motivo semplice: se la felicità stesse in una pastiglia, non se ne morirebbe abusandone. Ciò non toglie che prima di scendere dal letto, col piede sento la temperatura dell'acqua e apro un occhio per vedere il colore che vedo attorno. ;)

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  3. Mannaggia...mannaggia... mannaggia.
    Da ex depressa (???) assuntrice di pillole e gocce magiche che dovrei scriverti?
    Mannaggia..mannaggia..mannaggia.

    E già... mannaggia...

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  4. saper piangere.. dici sia necessario? io ormai so solo incazzarmi...

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  5. ma anche si, parola di psicopatica!!!

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  6. Per Max e K:
    Fino a quando non sei dentro una situazione ti capita di pensare che a te non capiterà mai.
    Poi ti ci ritrovi e pensi che la sfiga ti ha preso di mira.
    Dopo ancora scopri che un sacco di gente è messa come te.
    Non dico che aiuti, ma almeno ti alleggerisce dall'incombenza di sentirti l'unico.

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  7. Si, Bale, credo sia una necessità oggettiva.
    Piangere è liberatorio.
    Incazzarsi fa solo scoppiare la giugulare.
    Ma un bel pianto, quando è necessario, un bel commuoversi, è un bell'esperimento!

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  8. No,no, mai attribuita alla sfiga questa cosa. Io sapevo benissimo di essere il mio carnefice e la mia vittima. Hai ragione sul fatto di non sentirti unico ma sai anche che ognuno cerca di trovare l'unicità della sua situazione. Anche solo per farsi coccolare un po. La cosa più fastidiosa, pruriginosa, appiccicosa e strisciante è la perdita del controllo della situazione.

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  9. Io si.
    L'ho attribuita alla sfiga delle situazioni.
    Magari se fossi stata felice e contenta sarei stata "ansiotica" per motivi diversi.
    Ma chi può dirlo?
    La perdita di controllo è quella che mi fa sclerare e che ancora non ho liberato, forte della mia forza nei confronti di me stessa.
    E non credo sia un bene.
    A volte liberarmi dai panni della superdonnadimestessa e lasciarmi andare completamente, credo sarebbe il male minore.
    Invece trattengo ed implodo.
    Due maroni!

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