Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

giovedì 3 luglio 2014

Rehab

Credo nell'innocenza fino a prova contraria e credo che l'onere della prova spetti a chi accusa.
Non esiste la presunzione di colpevolezza, perchè presuppone una presunzione d'innocenza.
Non conosco i metodi investigativi delle nostre forze di polizia, ma resto interdetta quando dopo anni e anni dal fatto, nei quali si sono fatti milioni di buchi nell'acqua, improvvisamente si riesca a tirare fuori dal cappello a cilindro delle prove schiaccianti.
Che, se davvero lo fossero, porterebbero al colpevole senza alcun ragionevole dubbio.
Ma così non è.
Si buttano lì pezzi di conclusioni, si arresta qualcuno e si presume che sia colpevole.
Non si è certi in maniera assoluta.
Non c'è una prova incontrovertibile.
Così, magari, quel qualcuno, che ha il 50% di possibilità di non aver commesso quel fatto, si ritrova una vita rovinata.
Ci sono infiniti  casi in cui si sono arrestate e condannate persone senza prove evidenti, ma solo sull'ipotesi e l'idea che non possa essere stato nessun altro.
Se non c'è una confessione, se non si certifica una flagranza di reato, se chi ha ucciso è stato così bravo da non farsi scoprire, chi ci da il diritto di ritenere una persona colpevole?




20 commenti:

  1. bè, la logica e alcune prove difficilmente confutabili (come per esempio il DNA). Comunque ho un'opinione diversa dalla tua sul nostro sistema giudiziario: mi sembra che i tribunali tendano ad assolvere quando sussista un dubbio.
    massimolegnani

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    1. Non si dovrebbe neppure arrivare ad un processo qualora sussistesse un dubbio, a mio avviso.
      La logica da sola non è sufficiente, può far dare per scontate cose che potrebbero contenere un'altra verità.
      Il dna da solo non è sufficiente a creare una verità incontrovertibile.
      Non appartengo alla categoria di persone che vogliono un colpevole ad ogni costo.
      Mi piacerebbe solo che chi lo è senza ombra di dubbio, pagasse.

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  2. sulle due righe finali concordiamo in pieno, sul resto resta qualche divergenza
    :-)
    ml

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    1. E' giusto, altrimenti non ci potrebbe essere confronto!
      :)

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  3. Concordo pienamente con te. E orribile privare qualcuno, qualsiasi essere della vita, ma altrettanto orribile è privare qualcuno della libertà se lo stesso è, alfine, innocente. Io capisco poco il nostro sistema giudiziario, che mette in carcere persone presumibilmente colpevoli e altre colpevoli di fatto vengono allogiate a comodi domiciliari e fra indulti e sconti e altro passano solo qualche tempo in comoda villegiatura. Cosi come non comprende tutti i soldi spesi nel proteggere i pentiti. Sul piatto della bilancia dovrebbe esserci il fatto che non ti dò l'ergastolo e poi ti lascio libero, e una volta che sei libero sono cazzi tuoi, forse qualcun'altro ti farà pagare per i crimini commessi, anche se la motivazione potrà essere molto diversa. Ma ancora più orrore mi disgustano i processi mediatici, ore di tv, presumo visto che non ne sono un fruitore, in cui esperti e non, dibattono ed emettono sentenze manipolando difatto, le quasi atrofizzate amigdale dei telespettatori che agognano come acqua nel deserto alle catarsi emotive che i media diffondono.

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    1. infatti c'è un proliferare di figure che prima, almeno, lavoravano nell'ombra.
      Criminologi improvvisati e non, neuropsichiatri che si arrogano il diritto di conoscere le verità della mente.
      Ma è una cosa così contorta e sofisticata la mente umana, che non lascia spazio a ipotesi.

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  4. Google - blogspot mi ha mangiato un altro commento.
    La giustizia è sempre stata connotata dal tentativo di individuare e smascherare il falso ordito dai colpevoli; come ogni attività umana non è scevra da errori.
    Il garantismo è il duale del giustizialismo.
    Anche il primo presenta dei contro, non pensate che il garantismo sia la panacea di ogni problema della (in)giustizia.
    Al rischio di condannare degli innocenti corrisponde il rischio di lasciare impunti dei colpevoli e in libertà di reiterare i loro crimini.

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    1. E quindi?
      Visto che c'è questa possibilità meglio rischiare e condannare un innocente?
      Non condivido questo pensiero.
      Per condannare qualcuno sarebbe giusto essere più che sicuri che sia la persona colpevole.

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    2. Esatto. Che non diventi "presunto" colpevole -anche se oggi fa più figo dire "mostro" - nell'arco di meno di ventiquattr'ore, tanto da far sospettare il classico vecchio metodo del capro espiatorio da dare in pasto all'opinione pubblica...opinione che si forma (pericolosamente) sempre di più in base a squallide spettacolarizzazioni dei casi di cronaca nera portate immancabilmente avanti -per l'appunto- da certi programmi di merda. Tragedie presentate come fiction e affrontate come tali, code di curiosi fuori dai tribunali comprese... :-(

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    3. Non ricordo da quanto tempo non ci sia un colpevole che non sia presunto.
      Forse quel figlio di puttana che ha sterminato la famiglia ultimamente.
      Ma sugli altri casi, c'è sempre solo presunzione accompagnata da una folle irritante spettacolarizzazione.

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    4. Ecco, io non riesco -e non riuscirò mai- a capacitarmi di come certi bastardi infami senza coscienza riescano ad arrivare impunemente ad avercela, una famiglia...

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    5. è che quando senti parlare chi li conosceva senti immancabilmente dire che "sembrava tanto un bravo ragazzo!"

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    6. Forse perché in fondo è così che li han sempre voluti vedere, a prescindere...

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  5. Chi ha torto non si nasconda dietro se stesso. Ammetta le proprie responsabilità.
    Maurizio

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    1. sì francamente non si può pretendere da una mente deviata, capace lucidamente o meno di nefandezze come quelle a cui accenniamo, una ammissione di responsabilità...

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  6. io partirei dal presupposto che è più accettabile avere dieci colpevoli a piede libero che un innocente privato della sua sacrosanta libertà! detto questo però, credo che se dovessero indagarmi per qualche reato non commesso io non mi sottrarrei alle indagini, sapendo di essere innocente, anzi collaborerei moltissimo, perchè è impensabile un sistema giudiziario in cui la verità emerge come fatto naturale, come schiuma a pelo d'acqua...la ricerca della verità non si deve discutere, si può discutere sui modi, sui tempi...però bisogna ricordarsi che il peso di una vittima è sempre più grande del peso di una matassa da districare...a mio parere

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    1. Concordo.
      L'unica cosa che mi lascia perplessa è che spesso, se decidono che debba essere tu il colpevole, perchè le tracce portano verso quella direzione, tralasciano altre piste dedicando sforzi ed energie solo ed esclusivamente verso quella che, quasi automaticamente, diventa certezza.
      Ma che magari non è.

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  7. credo che poi alla fine tutto si risolva ad una corsa a chiudere una pratica...
    ...a prescindere...
    fottendosene altamente.
    La giustizia muore nel momento stesso in cui c'è necessità di pronunciarne il nome.
    Nel momento stesso in cui senti qualcuno che la chiami gridando.

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