Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

lunedì 14 luglio 2014

Victims

U.u.i.c., in un suo post ha fatto in modo che si sviluppasse in me una riflessione quando, in luogo ad una mia rimostranza, mi chiede, e cito testualmente
 "Ma quando una persona è più cattiva delle altre?
Come si fa a misurare la cattiveria?"
Ecco, io me lo sono chiesto e in realtà ci sto ancora bellamente rimuginando.
Quindi non è detto che il mio pensiero in proposito non possa subire sensibili variazioni.
Fin'ora sono giunta alla conclusione che la cattiveria si misuri per gradi di crudeltà e che certe persone e situazioni ne siano oggettivamente pregne e che non ponendosi alcun limite, possano arrivare al peggio del peggio.
Ma credo e penso anche,  che uno non possa sviluppare una cattiveria inaudita dal nulla; deve avercela in dotazione con l'allestimento iniziale, tant'è che parlando di un individuo capace di commettere atrocità, si scomoda la psiche facendo di lui un "disturbato", un "instabile", un "mostro".
Queste affermazioni m'inducono a credere e pensare pertanto, che le persone diventano più cattive di altre quando invece di ricercare un' affermazione sociale  nei modi convenzionali, saltano a piè pari la fase del ragionamento e del confronto, passando direttamente  all'attacco dannoso e/o doloroso.
Questo è ciò che credo e penso, almeno per ora.





12 commenti:

  1. Bisogna poi tenere conto che si confonde la cattiveria a volte con altri sentimenti ritenuti meno nobili: "cupidigia, superbia, invidia, ira...", per cui non è facile misurarla, senza contare che il cattivometro cambia dalla sensibilità alla nostra estrazione sociale.

    Cattivi in senso classico son relegati alle favole, credo in ultima analisi che ci siano diversi livelli di opportunismo e sangue freddo, questo ci differenzia.

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    1. Oh Cavaliere, da quanto tempo...
      Alla sensibilità e i vari risvolti sociali, avevo pensato, ma ho cercato di fare un'analisi più lucida possibile sul significato della cattiveria per me, in senso lato
      No, non è facile misurarla, anche perchè il cattivometro per eccellenza non esiste ed ognuno di noi reputa, secondo coscienza, la malvagità altrui, rapportata eventualmente al fatto compiuto.

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  2. Dei cattivi ho parlato qualche post fa anche io. Si intitola "Cattivi e scontenti".
    Riflettevo sul fatto che la cattiveria è sempre gratis e non riesce a far contento il cattivo che, nonostante il male compiuto, rimane perennemente insoddisfatto.

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    1. Effettivamente non possono essere soddisfatti da niente e da nessuno.
      E' mero impulso distruttivo sparso gratuitamente sulle vittime designate.

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    2. La cattiveria ha una gratuità a senso unico, visto che in genere le vittime un prezzo lo pagano eccome ed è più alto della "semplice" insoddisfazione perenne del bastardo...insoddisfazione che -rimanendogli attaccata al pari di una zecca- lo spinge a scendere sempre più in basso (accumulando altre vittime) nell'inutile tentativo di scrollarsela di dosso. :-(

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    3. concordo su tutta la linea, ovviamente!

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  3. Grazie per la citazione, Amora_immaginata! :)
    Vedo che la questione stimola riflessioni, come deve essere!
    Come si fa a misurare la carttiveria? avevo scritto.
    La risposta non è affatto semplice.
    E poiché la complessità esiste e deve essere ben osservata, aggiungo un' ulteriore stimolo: cattivo o buono ma... su quali tempi?
    Il medico pietoso che fa la piaga puzzolente è cattivo o è buono?
    Ancora oggi osservavo come Il Male diventa Il Bene se osservato da punti di vista (molto) diversi.

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    1. Certo che è una questione di punti di vista, ma il medico che fa la piaga puzzolente, fa un errore.
      Ovvero, non parte dal presupposto di commettere una cattiveria.
      E' semplicemente un cazzone incompetente.
      Secondo me c'è un po' di confusione tra cattiveria insita nel dna e quella dei dilettanti che provano a diventarlo.

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    2. non è una questione di DNA, non si nasce " cattivi", c'è una componente sicuramente biologica ( +- cortisolo e/o Testosterone) che rende taluni più sadici, ma quello che vale e' dove e come cresci...anche se poi l'uomo stupisce sempre ed anche dal letame può nascere un fiore.ciao :)

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    3. x Amore_immaginato:
      > E' semplicemente un cazzone incompetente.
      Tu sottolinei una possibile incompetenza.
      Ma è solo una delle chiavi di lettura possibili.
      Molto spesso per pietismo, per buonismo, per "noisiamobuonismo" proprio non si vuole affrontare un problema e lo si fa peggiorare.
      Un simulacro di "bontà" percepito dai più come tale che invece è "cattiveria" su tempi anche solo un po' più lunghi.

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    4. S. io invece penso che cattivi si nasca perchè chi ha l'animo buono di default, anche nelle peggiori situazioni non ha modo di tirare fuori il peggio di sè e se lo fa non è paragonabile alla cattiveria di un cattivo puro.

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    5. Uomo, stai mettendo al fuoco un po' troppa carne.
      Se per buonismo si cerca di non affrontare un problema, lo si fa in buona fede o per evitare di ferire la sensibilità di qualcun altro.
      E io in questo caso, non ci vedo cattiveria.

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