Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

lunedì 29 giugno 2009

Confessioni di uomo solo

"Non mi fare domande e non dovrò mentirti.
Prendimi per quello che sono.
In fondo scopo bene e ti faccio venire in mille modi diversi e in tutti gli altri, quelli che ancora devo inventare.
Ma tu non dire nulla, lascia da parte il cuore e le menate, conservali altrove.
Nel congelatore magari, in modo che possano avere una scadenza lunghissima.
Con me ne perderesti ogni volta un pezzo e mi accuseresti di essere un bastardo, di essere come tutti gli altri.
E forse lo sono ma quantomeno ti sto mettendo in guardia, ti sto aiutando a cadere in piedi.
Non avere pretese, scapperei.
E se ogni tanto mi lascio andare alla dolcezza, prendi quel momento e tienilo stretto ma vivilo per l'attimo che rappresenta.
Dall'attimo dopo potrei non esistere più.
Non è bello, non crederlo.
Amare è un dono, non riuscire a sentirlo t'inaridisce le arterie, ti rende schiavo di una ricerca inutile che ti fa scappare fuori da ogni letto dopo un orgasmo e passare al successivo e a quello dopo e dopo ancora.
Svegliarmi accanto a qualcuno e non avere nulla da dire e vedere l'aspettativa su quel volto, un punto di domanda che mi trapassa indifferente.
E continuare a scappare e continuare a cercare.
E credere e sperare che dentro le scosse di ognuna di quelle piccole emozioni, ci sia dentro un attimo di felicità"

23 commenti:

  1. Questa pretesa di sincerità o di onesta intellettuale e sentimentale dovrebbe rendere un uomo più accettabile o meno disprezzabile? Se l'unico dono che un uomo può conferire è un orgasmo ( e ce ne fossero, mi dirai) che essere umano è? Ci riuscirebbe anche una macchina predisposta allo scopo. Se lo scopo è non guardarsi in faccia e darsi al minimo per il minimo ricevere, per tirare avanti fino al prossimo distributore di felicità a poco prezzo, il viaggio non ha senso. Chi non prova gioia nel donare non sa trasmettere all'altro la gratitudine profonda nel ricevere e non fa partire un meccanismo virtuoso di scambio. Chi è così, non ci merita. Fossimo anche i peggiori individui dell'universo.

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  2. Io credo che questa forma di giustificazione sia solo un modo per evitare di ammettere di essere profondamente infelici.
    Spesso gli uomini lasciano che glielo si legga negli occhi tutto questo.
    Ovvero, eseguono materialmente il succitato e spariscono senza aggiungere neanche una parola.
    Per carità, magari sei stata una catastrofe amorosa! Per lo più non hanno il coraggio di affrontare le situazioni e svaniscono come fantasmi dopo mezzanotte!

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  3. "Post coitum omne animal triste" dicevano i latini, e come postilla aggiungerei che se l'animal est homo, tendenzialmente fugit. E perchè fugge? Si vergogna? Ha fretta? Ha una riunione? No. Fugge perchè esaurita la pulsione fisiologica deve attivare la funzione emozionale. E attivarla costa. Si è paradossalmente più nudi ad anima spalancata che privi di vestiti. C'è più pudore a mostrarsi emotivamente indifesi che fisicamente spogliati. Spesso tra l'altro questo pudore è del tutto vano, perchè non c'è nulla da mostrare: è come per un fantasma fare l'esibizionista e aprire un impermeabile sotto il quale manca un corpo fisico. Spesso dietro il corpo si nasconde il vuoto cosmico, l'assenza di materia cerebrale e non. E assolutamente inspiegabile dal punto di vista medico un cuore pulsante. Sono esseri che non possono neanche essere infelici perchè non hanno luogo su di loro ove far risiedere l'infelicità. E non possono donare la felicità ad alcuno, perchè non hanno tasche in cui nasconderla per estrarla come il coniglio dal cilindro del mago.

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  4. Eccomi,mi hai trovato.(Non a caso il mio nome è nel titolo..)

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  5. Fugge da se stesso Max, dalla sua incapacità di confrontarsi con le emozioni.
    Implode nella vergogna di non sapersi dare e scappa, più velocemente possibile.
    Quello che c'è dietro, esplorando la mente di quest'uomo è quanto di più complesso ci possa essere.
    L'amore e le emozioni sono per persone semplici, che vivono quello che hanno e godono della felicità altrui che fanno propria.
    Non voglio giustificarli, voglio cercare di andare oltre e capire da dove nasca la paura, quali siano i recessi che non gli permettano di risplendere d'emozione.
    Questo vorrei...

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  6. Just...posso dirti che mi dispiace?
    Le persone (tutte le persone) dovrebbero imparare che a volte è necessario fermarsi e scoprirebbero che a volte restare, e perdersi in uno sguardo una volta in più, potrebbe essere l'inizio e non la fine.

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  7. però, bisogna ammettere che il tuo "uomo solo" almeno fa finta di essere sincero!
    Confrontato con altri di mia conoscenza mi sembrerebbe quasi leale.
    "Ti avviso che non do, quindi non puoi pretendere.
    Anzi, stai anche zitta che altrimenti ti fai male il doppio..." sembra quasi la voce di una coscienza pulita o lavata con perlana, in sostanza, però, la stessa che potrebbe dirti un vuoto Ti Amo, ma dimostrarti giornalmente il contrario.
    Non mi sorprendono questi uomini soli e ciarlatani, mi sorprendono invece le donne sole che solitamante li accompagnano.

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  8. Beh, il mio uomo solo doveva necessariamente essere paradossale, altrimenti non ci avresti trovato scritto un cazzo in questo post!

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  9. Due veloci riflessioni prima di essere risucchiato in una delle nebule che attraversano il mio universo settimanale:
    ma solo uomini soli? E le donne? E poi, non sarebbe meglio abituarci ad una serena solitudine, per non aver paura di ripiombarci dentro nostro malgrado?

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  10. Le donne sono sentimentali Max e come giustamente diceva Rita, si accontentano di accompagnare uomini soli pur di non stare sole a loro volta...illuse per poi dichiarare la propria delusione... stolte...

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  11. Io non farei tutte queste differenze. C'è chi si accontenta e chi no. Ma è su se stessi che si deve lavorare. Essere migliori per se stessi è la base per farsi trovar pronti ad essere buone persone per gli altri. A tutti i livelli, dal semplice contatto superficiale a quello approfondito. Sento tanta sfiducia nell'aria...e magari è frutto di tante esperienze storte. Ma noi abbiamo la coscienza pulita?

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  12. La felicità,è nel momento.Non nelle straripanti aspettative di cui sono piene le nostri vite.Potremmo morire tutti in quest'istante.Le donne sono sentimentali...(...).Scusami Amore,tu mi piaci,(weblogamente parlando..)..ma questa frase non vuol dire proprio un benemerito.Siamo tutti vittime,e tutti assassini.Ma ci piace molto illuderci che non sia così.

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  13. ma com'è che le vittime muoiono e gli assassini a volte nepure finiscono in galera?
    trovo banale far di tutte le erbe un fascio.
    C'è vittima e assassino, d'accordo che a volte la vittima stava solo giocando a far la vittima ma non mi sento di dire ben le sta che c'è morta.
    C'è vittima e assassino e chi non è nell'uno nell'altro. Non sianmo affatto tutti vittime ed assassini.

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  14. non so se entrerà tutto questo commento...caso mai te lo mando a pezzi...
    Due parole sull’uomo Apollo.






    Quest’uomo preferisce appartarsi e pensare astrattamente alle idee ed alla forma delle cose, anziché preoccuparsi del mondo dei sentimenti, presente


    in lui a livello minimo, e che dunque più di ogni cosa ha bisogno di sviluppare.


    Il freddo uomo Apollo vive in una cultura patriarcale, che non prevede che si esprima sollecitudine ed empatia, ma premia la conquista del potere.


    Se poi è anche bello molto facile sarà la degenerazione nel narcisismo.


    La tendenza alla crudeltà ed alla severità saranno una delle caratteristiche.


    Contro quelle dovrà maggiormente combattere per “compiersi”.






    Quest’uomo è così poco disposto a fondere la propria anima con quella di un’altra persona, quanto lo è a farsi coinvolgere in un conflitto emotivo.


    Tipico è il suo atteggiamento di distanza.


    Quando le emozioni collidono, lui si ritira evitando complicazioni.


    (non vale la pena di lottare per questo)


    Preferisce valutare la situazione da lontano, senza considerare che per conoscere veramente l’altro dovrà avvicinarsi, diventare vulnerabile ed empatico. Per essere qualcosa di più di un dio distante dovrà aprirsi ed andare oltre l’archetipo.






    Come Apollo sarà comunque sì avvenente, ma anche “solare”, e proprio perché solare, come il sole affidabile. Si sa infatti che il sole tramonta e sorge, senza sorprese.










    (questo e altro in “Gli dei dentro l’uomo- una nuova psicologia maschile”di Jean S. Bolen)

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  15. è entrato!..magari ha preso un po' di spazio...mi perdoni?

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  16. ..chissà perché mi sembrano parole già ascoltate..
    E' solo rinuncia, mia cara. La felicità, come l'infelicità, sono sentimenti fugaci e taglienti, circoscritti nel tempo e destinati a lasciare spazio a stati d'animo più percettibili, come la serenità o l'amarezza. Io non credo nella preordinazione del cuore, ma nella volontà.. l'amore è una costruzione lenta e dolorosa.. "mescola il sangue col sudore", come diceva il grande Fossati. Bisogna volerlo, bisogna voler amare, soffermandosi su quella pelle dopo l'orgasmo, su quelle aspettative che possono, anche, far bene.. Bisogna che certi uomini imparino a non scappare, a reagire, ad affrontare le proprie paure, a crescere..
    Grazie per questo post meraviglioso! un abbraccio

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  17. In verità da uomo che non fugge quale sono, seppur dotato di poco spirito cameratesco nei confronti dei miei consimili fuggitivi, trovo che sia comunque riduttivo continuare ad accusare esclusivamente l'uomo di essere l'unico che deve crescere. Molto spesso gli incontri sono tra due esseri in fuga, che si scontrano per brevi istanti e sono in realtà sollevati dal non dover far conversazione o dover gettare sul tavolo fiches emozionali che già sanno che il banco si porterà via al prossimo giro dell roulette. La realtà è che la costruzione di un amore è sacrificio, è rinuncia alla propria libertà e alle proprie difese. Ed è un atto sconsiderato, non meditato.
    Un uscire dalla trincea e andare incontro al fuoco nemico, sperando che dall'altra parte ci sia qualcuno che fa lo stesso. Qualsiasi rapporto che non si basi su questo equilibrio di rinunce paure e dubbi, non ha nessun futuro.
    Ne alcun presente.

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  18. @lidermax: dove posso leggerti? hai un blog?

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  19. Ciao Inès,
    anche se so che quello che dirò potrà essere usato contro di me, mi trovi qui
    http://blog.libero.it/torineggiando

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  20. Bello, il post. Triste. Di una melanconia emotiva che, però e fortunatamente, non appartiene a tutto il genere maschile, di cui faccio personalmente parte.
    Vero è che ci si sente più nudi (e quindi vulnerabili) nel mostrare il cuore piuttosto che il corpo. Per qualcuno è più facile scopare (fare l'amore è ben altra cosa) piuttosto che aprire la stanza segreta dei propri sentimenti e accogliervi eventuali visitatori,
    Retroterra educativo e conformità a ruoli stabiliti da altri.
    Non per tutti gli uomini è così. Generalizzare è sempre riduttivo.
    Un peccato, per chi arriva a un rapporto sessuale tenendo il cuore sotto vuoto. Si perde l'indefinibile che fa la differenza.
    Ciao.
    Tornerò a leggere

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  21. Ciao Luciano...
    non mi permetterei mai di generalizzare proprio perchè so che gli esseri umani hanno mille e mille sfaccettature e questo li rende assolutamente diversi uno dall'altro.
    Ma quel cuore che non si mostra mai, le paure che sobillano gli animi, ci stanno allontanando dalle emozioni, quelle sane, quelle che ti fanno mettere in gioco e vivere davvero.
    La solitudine rende schiavi di se stessi e delle scopate (volutamente generalizzate proprio perchè far l'amore è altro genere di cosa).
    La tristezza vera sta nel fatto che non sia un'opera voluta quella di tenere quel cuore sotto vuoto, ma che non si sia in grado di fare diversamente.
    Torna quando vuoi...io farò altrettanto (so dove trovarti!!!)

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  22. Luciano, nel tuo blog non riesco a commentare...
    ma quello che volevo scrivere alla tua poesia lo scrivo qua:

    "Adattarsi alla mediocrità delle abitudini.
    Dov'è il riparo dal dolore della consapevolezza?"

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  23. Non c'è riparo dal dolore della consapevolezza. Non può esserci, altrimenti che consapevolezza reale sarebbe?
    Parli di solitudine. Immagino sia la solitudine del proprio essere, che può manifestarsi anche in mezzo a una moltitudine di persone. La solitudine di chi è distante da sé, di chi non sa nemmeno di averlo, un sé. La solitudine che conduce al conformismo, al bisogno dell'appartenenza a un branco, al bisogno di trasgressione a tutti i costi, al bisogno di reiterate iniezioni di adrenalina.
    Costa fatica, scendere nella propria oscurità per illuminare le ombre che la popolano. Costa fatica e talvolta richiede anche un immenso coraggio. Ma ne vale comunque la pena: per ritrovare emozioni disperse...

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