Bisogna farsi del male per capire quello che non si era capito.
E a volte neanche basta.
Le ore perdute a trascinarsi dietro fiumi di lacrime intenzionali, premeditate.
Racchiuse a malapena dall'occhio che le trattiene e le libera al calar della delicatezza di un suono, di una voce, di un pensiero.
Quel pensiero avvolto dalle nubi che diventano uragano e girano intorno, intorno, intorno, raccolte, strette, infinite.
Dov'è la pace, dove?
Nell'occhio dell'occhio del ciclone, nel silenzio del suo centro, nel nulla apparente, mentre tutto il resto si solleva e rumoreggia e porta ogni cosa via con se.
Distruggere per ricostruire per distruggere per liberarsi.
E a volte neanche basta.
Le ore perdute a trascinarsi dietro fiumi di lacrime intenzionali, premeditate.
Racchiuse a malapena dall'occhio che le trattiene e le libera al calar della delicatezza di un suono, di una voce, di un pensiero.
Quel pensiero avvolto dalle nubi che diventano uragano e girano intorno, intorno, intorno, raccolte, strette, infinite.
Dov'è la pace, dove?
Nell'occhio dell'occhio del ciclone, nel silenzio del suo centro, nel nulla apparente, mentre tutto il resto si solleva e rumoreggia e porta ogni cosa via con se.
Distruggere per ricostruire per distruggere per liberarsi.
Bisogna avere la forza, per distruggere. E la volontà, per liberarsi. Ed il coraggio per distruggere per liberarsi. E a volte neanche basta. Alle volte basta dire basta. Muovere un piede, alzare una mano, prendere il respiro e spostarsi fuori dalla nuvola. E ripartire. Un passo alla volta, un dubbio alla volta, un nodo alla volta.
RispondiEliminaAnoniMax
sincronicità... che meraviglia! ho pensato qualcosa di simile...
RispondiEliminaeccomi.
RispondiEliminasono l'uragano....
non è necessario farsi del male per capire quello che non si era capto prima, o anche...non è sempre detto che facendosi del male si arrivi a capire quello che non si era capito prima....e poi? anche dopo capito quello che non si era capito prima, cos'abbiamo totalizzato? stiamo meglio? abbiamo raggiunto la pace?
La pace è dei morti Ale.
I vivi sono in turbolenza.
In costante movimento.
E il bello è che a volte neppure se ne accorgono.
Fare e disfare è sempre lavorare. Capisci a me.
RispondiEliminaTentativo, errore, comprensione dell'errore, correzione dell'errore, nuovo tentativo più consapevole. E' il funzionale meccanismo dell'apprendimento. Senza errori non v'è apprendimento, niente da fare. Chi è che riesce a fare centro al primo colpo, senza avere esperienza di tiro a segno?
RispondiEliminaBasta non giudicarsi e concepire l'errore come un'utile esperienza volta al miglioramento.
Più errori, più esperienza, più apprendimento, più miglioramento.
Qual è il problema?
Le lacrime, purtroppo, sono un corollario del delirio di onnipotenza e onniscienza. Umano rovescio della medaglia.
Ciao
Luciano
Una cosa per volta. Cominciamo a distruggere, su. ;)
RispondiEliminasi batte la fiH qui?
RispondiEliminami piace molto questa liberal.anonim.ciat
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