Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

lunedì 13 luglio 2009

Entre dos tierras



Bisogna farsi del male per capire quello che non si era capito.
E a volte neanche basta.
Le ore perdute a trascinarsi dietro fiumi di lacrime intenzionali, premeditate.
Racchiuse a malapena dall'occhio che le trattiene e le libera al calar della delicatezza di un suono, di una voce, di un pensiero.
Quel pensiero avvolto dalle nubi che diventano uragano e girano intorno, intorno, intorno, raccolte, strette, infinite.
Dov'è la pace, dove?
Nell'occhio dell'occhio del ciclone, nel silenzio del suo centro, nel nulla apparente, mentre tutto il resto si solleva e rumoreggia e porta ogni cosa via con se.
Distruggere per ricostruire per distruggere per liberarsi.

8 commenti:

  1. Bisogna avere la forza, per distruggere. E la volontà, per liberarsi. Ed il coraggio per distruggere per liberarsi. E a volte neanche basta. Alle volte basta dire basta. Muovere un piede, alzare una mano, prendere il respiro e spostarsi fuori dalla nuvola. E ripartire. Un passo alla volta, un dubbio alla volta, un nodo alla volta.
    AnoniMax

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  2. sincronicità... che meraviglia! ho pensato qualcosa di simile...

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  3. eccomi.
    sono l'uragano....
    non è necessario farsi del male per capire quello che non si era capto prima, o anche...non è sempre detto che facendosi del male si arrivi a capire quello che non si era capito prima....e poi? anche dopo capito quello che non si era capito prima, cos'abbiamo totalizzato? stiamo meglio? abbiamo raggiunto la pace?
    La pace è dei morti Ale.
    I vivi sono in turbolenza.
    In costante movimento.
    E il bello è che a volte neppure se ne accorgono.

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  4. Fare e disfare è sempre lavorare. Capisci a me.

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  5. Tentativo, errore, comprensione dell'errore, correzione dell'errore, nuovo tentativo più consapevole. E' il funzionale meccanismo dell'apprendimento. Senza errori non v'è apprendimento, niente da fare. Chi è che riesce a fare centro al primo colpo, senza avere esperienza di tiro a segno?
    Basta non giudicarsi e concepire l'errore come un'utile esperienza volta al miglioramento.
    Più errori, più esperienza, più apprendimento, più miglioramento.
    Qual è il problema?
    Le lacrime, purtroppo, sono un corollario del delirio di onnipotenza e onniscienza. Umano rovescio della medaglia.
    Ciao
    Luciano

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  6. Una cosa per volta. Cominciamo a distruggere, su. ;)

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  7. mi piace molto questa liberal.anonim.ciat

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