Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

mercoledì 12 agosto 2009

L'ombra non ha colore


Dormiva alternandosi gli occhi.
Con quello sveglio, teneva sotto controllo la collanina di conchiglie appesa alla maniglia della porta.
Dal suo dondolio poteva valutare quale fosse l'onda d'urto del passaggio di un treno o il grado di magnitudo di qualsiasi scossa sismica.
Nonostante fossero anni che rimaneva immobile, non riusciva a smettere di fissarla con l'occhio aperto mentre l'altro russava.
In attesa.
Costruiva borse di carta, corredate di documenti ciprie e borsellini.
Per gli accessori usava la velina.Il suo era un mondo in bianco e nero, come se vivesse imprigionato in un sogno.
Chi non ha conoscenza d'altro, non ha motivo per lamentarsi.
Lui non conosceva e, in caso contrario, non si sarebbe crucciato comunque.
Viveva come un'ombra che sarebbe potuta essere la sua, ma anche no.
Era il negativo di una foto.
Nascondeva nel buio le sufficienze e nelle trasparenze le mediocrità diventando perfezione.
Un giorno si addormentò davvero.
Seguirono nell'ordine, una serie di scontri tra treni con deragliamenti vari e una scossa sismica di proporzioni epocali.
Quando si svegliò, ricominciò a fare borse di carta.
Chi non ha modo di vivere un'esperienza, non può sapere di essersi perso qualcosa.

12 commenti:

  1. scicco commento ma mi ricorda la teoria della pianta che cade nella foresta: se nessuno la sente fa rumore?

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  2. Però non ha nemmeno modo di lamentarsi, se le cose non dovessero andare bene. Sempre a proposito di ottimismo e pessimismo.

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  3. uh! Avevo scritto a proposito di questa cosa nell'altro bloggo!
    E, comunque, si, fa rumore a prescindere perchè lei cade comunque anche se nessuno la sente..

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  4. Certamente! Alla fine comunque vada, sarà un successo!

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  5. A poco meno di un centinaio (credo) in linea d'aria di Km da L'Aquila credo che avrei volentieri preferito dormire quella notte del 4 aprile (e quelle dopo). Sempre in metafora, va a finire che poi arriva la scossa e distrugge tutto, se sei fortunato ti mette solo cagotto ed agitazione. Gente che DAVVERO qui sulla costa non ha sentito la stanza contorcersi (come ha fatto poi?) quella notte, la mattina era serena e spensierata, mentre io agitato e sul "Chi va la". Chissà se il personaggio avrebbe davvero apprezzato il rumore delle collane che tremano e dei treni che si schiantano ..

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  6. Io ho vissuto in prima persona due grossi terremoti in vita mia e ti assicuro che a distanza di anni appena sento muoversi la terra sotto i piedi, benchè siano piccolissimi ritmi di ballo del mondo, piango disperata.
    Chissà se avrebbe pianto, il nostro personaggio, o se avrebbe preso atto dell'inevitabile.
    Ma, come avevo a sostenere, chi non ha modo di vivere un'esperienza, non può sapere di essersi perso qualcosa..

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  7. Perfettamente d'accordo. Spesso anche io penso che le esperienze (ovviamente escludendo adesso la serietà di disastri e sciagure) bisogna viverle. Avere la possibilità di giocare e perdere sempre sarà frustrante, ma non avere la possibilità di giocare, credo che sia anche peggio!

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  8. Le esperienze per essere tali devono essere vissute, altrimenti sono racconti di altri.
    Se poi è una cosa piacevole, tanto meglio!!

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  9. "Il deserto dei tartari". Ciao.

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  10. (che c'entra poco, ma mi è venuto in mente)

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  11. Forte.
    Mi piacciono le associazioni d'idee...
    Ciao simonetta con la s!

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  12. Questo mi ha fatto venire in mente due cose ... Una è che non si può vivere temendo qualcosa perchè può accadere, come una scossa di terremoto, una malattia grave o un incidente. Non si pò vivere sempre all'erta. Si perde il senso di tutto il resto.
    La seconda cosa che è venuta in mente, è stato un sorriso. Un sorriso nel leggere "Chi non ha modo di vivere un'esperienza, non può sapere di essersi perso qualcosa.". In male e in bene, non può giudicare, non può dare consigli, non può veramente sapere se si è perso qualcosa.
    E' così, solo chi è nella situazione (ne un attimo prima, ne un attimo dopo) può sapere cosa sta accadendo e cosa sta ricevendo. Prima è solo paura, aspettativa, senso di disagio.Dopo è l'adrenalina che scema, la delusione o la disillusione.

    Solo nell'attimo stesso si verifica l'evento. E l'uomo, se fosse più intelligente, saprebbe che il razionale dall'irrazionale non ha confini.

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