Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

mercoledì 19 maggio 2010

Who wants to live forever


Mio zio ha l'Alzeheimer.
L'ultima volta in cui l'ho incontrato, mi ha scambiata per sua figlia e poi per mia madre.
Penso che si sia sforzato non poco di catalogarmi comunque come una di famiglia, aiutato dal fatto che fossimo tutti ad un matrimonio e che quindi parenti dovessimo essere per forza di cose.
E' assolutamente imbarazzante.
Da una parte avrei voluto guardarlo fitto fitto e chiedergli che cazzo mai stesse dicendo, dall'altra c'era la "pietà" di assecondarlo.
La mia parte buona ha preso il sopravvento e quando mi ha chiesto quando l'avrei fatto diventare nonno gli ho risposto che presto avrebbe avuto un nipotino con il quale giocare.
Fortunatamente quel giorno non si è perso ma ormai gli succede sempre più spesso.
Esce consapevolmente di casa e tempo zero non sa più dov'è e chi è e l'hanno già ritrovato ovunque e in diverse occasioni, lontanissimo dal punto di partenza.
Tutto ciò perchè mi spaventa l'ipotesi di potermi ridurre allo stesso modo.
Non avere più pensieri concatenati, non avere consapevolezza di chi e di cosa mi sta intorno.
E' una deficienza che non mi renderei conto neppure di dover tollerare.
Una perdita totale di controllo, un distacco netto tra mente e corpo.
Una vita non-vita.
Una delle tante quando si diventa vecchi e non si è sani.
E mi chiedo, allora, se non sarebbe meglio morire un po' più giovani ma ancora arzilli.

11 commenti:

  1. Decisamente.Sai cos'è?Non è tanto la tua malattia,ma quanto ti fanno sentire malati gli altri...se nessuno si preoccupasse di catalogarti "chi è lei,dove abita,dove sta andando...".
    Se non ci fossero 'ste stupide preoccupazioni, forse un malato di Alzheimer,neanche si renderebbe conto...chissà...
    E cmq generalizzo anche ad altre malattie,che la malattia più brutta per un malato,è la solitudine nella malattia.Qui lo scrivo e qui lo firmo.Bisù.Che non è una parolaccia,ma una slengata delle mie su una parola francese che dovrebbe voler dire bacio.

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  2. (Io adoro il tuo blog.Scusami ma non riesco mai a trattenermi.Tu hai una funzione sociale.Dovresti avere un premio.)

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  3. Just un malato di Alzheimer non si rende conto di suo, non sa di essere malato.
    Si perde perchè non riconosce posti e luoghi nè se stesso e vaga verso una meta oscura.
    E andrebbe tutto bene se nessuno si preoccupasse di doverlo ricollocare, ma quando "appartieni" ad una famiglia che ti vuole bene e ti cerca disperatamente, vieni a far parte di quella categoria che ti associa ad una malattia evidente.
    E' forse l'unico modo per chi ti sta accanto, di prendere provvedimenti per non abbandonarti al tuo destino.
    Almeno in questo caso.
    Poi ci sono persone anziane che vengono abbandonate a se stesse, ma questa è un'altra storia!
    Baci a te Just.

    P.s. Io adoro che tu adori il mio bloggo e il mio premio è questo!

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  4. Mia nonna lo ha avuto negli ultimi sei mesi di vita, ad oltre ottant'anni. Tutto sommato, non le è andata male. E comunque, i pensieri che hai tu, li hai ora, perchè sei cosciente e normale. Ma quando sei in certe condizioni, per te è normale essere così, per cui non ti poni nessun problema, se cerchi di infilarti i pantaloni dalla testa, o se mangi una merendina con la carta. E questo è molto triste.

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  5. Mia nonna mi guardò e mi disse "chi è lei signora?"
    Per due anni ho visto quanto può regredire l'essere umano... Due anni senza sonno, due anni di grida notturne ininterrotte!
    Più di una volta l'avrei schiaffeggiata, le ho augurato la morte!
    Da allora so di non avere più un'anima, mi sono guadagnata l'inferno e una colpa che non mi abbandonerà più!
    Scusa lo sfogo, non ne parlavo da anni!

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  6. E' vero, evaso, se ci stai dentro sta cosa, mica ti accorgi di compiere azioni fuori luogo.
    Magari pensi che sia normale e che tutto il resto del mondo la compia nel modo sbagliato.
    E' proprio l'inconsapevolezza che mi spaventa e mi rende triste.
    Ho sentito una delle mie zie, ottuagenaria peraltro, dire alle sue sorelle che doveva tornare a casa perchè altrimenti i genitori sarebbero stati in pensiero.
    Non sapevo se ridere o piangere.
    Ho pianto.

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  7. Non punirti per un impeto di rabbia dautre.
    Si dicono cose terribili quando la pazienza è agli sgoccioli.
    E se dovessi davvero finire all'inferno cercami perchè io sarò li di sicuro!

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  8. Con la nostra intelligenza galattica abbiamo barattato la qualità con la quantità.
    E oggi questa è la legge.
    Forse il buon Guglielmo oggi scriverebbe:
    "Avere o non avere, this is the question..."

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  9. Pensa se gli avessi chiesto: "ma che cazzo stai dicendo?" e t'avesse mollato una sberla: "non si parla così a tuo padre!"

    No, davvero, mi spiace per tuo zio.

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  10. Enzo e il suo giardino, nell'arco dei tempi che sono stati, la scienza ci ha dato modo di far si che la nostra vita potesse essere più lunga di quanto non fosse.
    La qualità resta nascosta tra tutte quelle cose che sono ancora da risolvere.
    C'è qualche fortunato che riesce ad unire qualità a quantità...ecco vorrei essere una di quei fortunati!

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  11. ahahah
    Mael, porto (ancora) rispetto per le persone anziane, ancorchè siano malate fisicamente e/o mentalmente.
    Dispiace anche a me, perchè lo ricordo ancora meravigliosamente padrone della sua mente, lucido e dolce.
    Un uomo grande di cui resta solo l'involucro.

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