Supponeva che l'indomani potesse piovere, ma non poteva prevedere il futuro.
Supposizioni, previsioni sempre più distanti.
Ogni sera lei si allontanava. ogni sera un passo più in là.
Chissà, magari lui pensava che scopasse con un altro, ma giunti dov'erano giunti era davvero quello che importava?
Ricordava l'istante in cui si erano amati, amati davvero, non solo con le parole.
Ma lei era stanca, stanca di non vedere che anche solo un fatto accompagnasse quella promessa.
Pensava di essersi umiliata abbastanza, aveva vissuto sulle spalle tutte quelle situazioni e non poteva più sopportare nessun altro peso, nessuna recriminazione, neppure un grammo di tolleranza.
Lui lo sapeva, sapeva tutto di lei, sapeva leggerle le orbite oculari e i lobi delle orecchie, ma traduceva quelle implorazioni così come avrebbe voluto sentirle emergere dalle labbra stravolgendone il significato.
Si ritrovarono a parlarsi in modi sconosciuti, a vivere in modi sconosciuti, a sopravvivere in mondi sconosciuti.
Era Bernacca?
RispondiEliminaOverdose di solitudine?
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RispondiEliminaUn po' tristi i tuoi post ultimamente.
RispondiEliminaUhm...
tu non mi ami più
RispondiEliminaLa seconda volta in una settimana che mi fai sobbalzare.
RispondiEliminaquesto sembra un passaggio verso lo sfinimento...
RispondiEliminaC'è una parola utilizzata molte volte in questo delirio che da il colore di fondo del delirio stesso: sconosciuti...
RispondiEliminami scuso con voi tutti, ma a causa del distacco dal collegamento adsl, navigo con una chiavetta che è una chiavica e spesso non riesco neppure a collegarmi, figuriamoci rispondere ai commenti.
RispondiEliminaAppena ne avrò l'opportunità, come sempre, sarà mia premura darvi delle risposte.
Vi abbraccio, tutti, incondizionatamente.