Cara me stessa,
ti scrivo, ma non per rilassarmi un po'.
Inutile fare progetti per dopodomani, che tanto non cambierà una beata minchia.
Neppure buoni propositi, che tanto le cose seguono un loro corso naturale e, per quanto tu faccia, vanno esattamente dove e come devono andare.
Non ti serve essere brava nel tuo lavoro, l'hai potuto appurare.
Meglio essere meno brave e più ruffiane.
Dovresti imparare un po' di falsità.
E si che in questi ultimi anni ne hai avuti di maestri.
Alcuni bazzicano ancora dalle tue parti, vigliaccamente nascosti, tanto che spesso ti viene da chiederti come mai siano ancora interessati a farsi i cazzi tuoi.
Sarà per quella vena sadica delle umane cose, sarà che per loro è così facile dimenticare il dolore e la delusione che sono stati capaci di infliggerti.
Ancora non hanno capito che tu non dimentichi e, soprattutto non perdoni.
Quest'anno strano sta per chiudersi e tu da troppi anni continui a tirare un sospiro di sollievo, come se quello nuovo fosse carico di aspettative.
Smetti di vivere nell'illusione, svegliati una volta per tutte.
Dai un bel colpo di spugna a tutti i passati sospesi, fottitene di capire a tutti i costi.
Ci sono azioni e reazioni la cui spiegazione si è persa nel tempo cadendo nel vortice della dimenticanza, ma restano li a prescindere.
E quindi, perchè cercarla ancora?
Allora buona fine e buon principio, a te, a chi ti vuole bene, a chi non ti conosce ma è come se un po' facesse parte della tua vita.
Almeno, di quella che racconti.