Oggi ho ascoltato alcune telefonate arrivate in una radio circa le misure da prendere per l'ultimo assassinio commesso ai danni di una fanciulla di soli 13 anni.
Uno degli interlocutori asseriva che una volta smascherato il colpevole, bisognerebbe darlo alla pubblica piazza perchè la giustizia, non solo non fa il suo corso, ma non è in grado di gestire e giudicare con severità, questi crimini.
Ora, io posso rammaricarmi, intristirmi, arrabbiarmi, avere paura che possa succedere anche a me, ma non potrei mai vivere lo stesso dolore con un dolore riflesso di chi ha vissuto da vicino un dramma come questo, nè mi sentirei capace di dare fine alla vita di una persona che ne ha uccisa un'altra.
Dal momento che è acclarato che le pene non sono mai commisurate al reato, io lascerei che fosse la famiglia della vittima a decidere.
E' a loro che darei il carnefice.
Perchè se capitasse a me, mi vendicherei nel peggior modo possibile, ma c'è chi invece al contrario, è capace di perdonare, di non provare quel senso di vendetta e si affida al giudizio di una corte accettando la condanna senza condizioni.
La pubblica piazza, invero, scatenerebbe rabbia e frustrazione per interposta persona, ridurrebbe in mille pezzi l'assassino, ne farebbe brandelli e, senza accorgersene e con il beneplacito sociale, diverebbe assassina di un assassino.
E, ancora mi chiedo, chi sarebbe migliore di chi?
Io, che questo dolore per fortuna non ho provato o vissuto e che prego il cielo di non doverlo provare mai, credo solo che nulla dia a un uomo il diritto di togliere la vita a un altro uomo. qualunque cosa questi abbia compiuto. Credo anche che in situazioni estreme, laddove siano in gioco sopravvivenza e incolumità delle persone amate, non ci sia razionio che tenga, ma solo istitno di sopravvivenza. La folla, così come tu la racconti e come so che nella realtà sarebbe, non farebbe giustizia. Nemmeno a se stessa.
RispondiEliminasai, penso che la famiglia sia sempre corresponsabile.
RispondiEliminaquindi la ritengo per niente adatta a emettere un giudizio.
anzi, spesso condannerei la famiglia e salverei il responsabile del delitto che considero la seconda vittima del dramma.
Sandalina, per fortuna non l'ho mai provato o vissuto neppure io.
RispondiEliminaNon dubito che se mai mi accadesse le mie reazioni sarebbero incontrollate e incontrollabili e ambirei alla morte lenta e atroci sofferenze per il carnefice.
Ma questa sono io e non sono neppure sicura che questa sia la proiezione esatta di quanto avverrebbe.
Ma la folla no, non farebbe giustizia.
A nessuno e per nessuno.
teti, non condivido quello che dici.
RispondiEliminaCome può una famiglia essere corresponsabile?
Subire un dolore così grande e ancora dover pagare con una responsabilità?
Di cosa poi?
Argomento spinoso. Più che a una soluzione, preferisco pensare alle conseguenze di un'eventuale scelta. Per esempio: l'anima, dopo la vendetta, come sta?
RispondiElimina7
La rabbia e l'impotenza montano perchè la giustizia in questo paese è diventata una macchina lenta e superficiale...in poco tempo gente che ha perpetrato atroci delitti è in giro a causare altri dolori...non mi sorprende che qualcuno pensi sia giusto farsi giustizia da solo.
RispondiElimina7, l'argomento è spinoso perchè non ha una soluzione comune e ottimale per le parti.
RispondiEliminaSe fosse la mia vendetta, sarei troppo impegnata ad agire per chiedermi che fine farebbe la mia anima e, sicuramente, sarebbe l'ultimo dei miei problemi.
Ma tutto diventa opinabile rispetto alle mille sfaccettature di ogni individuo.
Acqua, si, posso comprenderlo.
RispondiEliminaMa se dessimo a tutti la possibilità di prendere decisioni in nome di un dolore impersonale si creerebbe il caos.
Sarebbe un duro colpo per l'emancipazione sociale e non sarebbe meno condannabile di una lapidazione come in uso in certe comunità islamiche.
La giusta via sarebbero le pene eseguite ed esemplari.
Utopia?
Spero di no, almeno per il prossimo futuro.
hai detto bene...pene eseguite in maniera esemplare...il minimo per una società che si definisce civile...anche io ancora ci spero!
RispondiEliminaun sorriso
potrebbe essere stato un agente delle forze dell'ordine o un parente. E' probabile che la ragazzina conoscesse il suo carnefice e soprattutto si fidasse. E' strana una cosa: visto che il cadavere è stato rivenuto nei pressi del centro dove sono partite le ricerche, come mai i cani che hanno un fiuto eccezionale, non abbiano allertato fin da subito gli inquirenti in quella direzione? Qualcuno potrebbe aver sviato le indagini di proposito per incolpare inizialmente un operaio nordafricano che non c'entrava nulla.
RispondiEliminaFaccio un esempio, i ladri prima di svaligiare una casa, non possono sapere dove andare a parare senza l'aiuto di una talpa che sa vita, morte e miracoli di un palazzo...
Un pedofilo basta metterlo in galera con 4 galeotti di quelli giusti....Dopo un mesetto si va a vedere quello che resta di lui...
RispondiEliminaFabri, anche io mi sono chiesta come fosse possibile che i cani non abbiano trovato tracce nonostante gli inquirenti abbiano più volte affermato che sia sempre stata in quel luogo.
RispondiEliminaNon so che dire.
Chiunque sia stato è una merda.
Spero che lo/la prendano.
Ci sono persone uccise che dopo anni ancora aspettano che sia preso il loro assassino... spero che stavolta non sia così
Acqua, me lo auguro davvero che ad una sentenza possa seguire tutta la pena, senza sconti, senza premi, senza occasioni di svago, senza televisione o incontri.
RispondiEliminaForse, un giorno..
Violet, invece no...i pedofili vengono tenuti distanti dagli altri, proprio perchè in prigione vige un codice d'onore dal quale non si scampa.
RispondiEliminaNoi, invece, li proteggiamo...
Una serie di paradossi inspiegabili.
La pena di morte, in qualunque sua forma non è una soluzione e neanche un deterrente. In più chi compie reati simile non è spesso neanche conscio delle conseguenze o comunque non assegna alla vita il valore che una persona sana le attribuirebbe. Quindi ucciderlo/a servirebbe solo a placare un desiderio di vendetta più che di giustizia.
RispondiEliminaMacs, certamente condivido, ma non posso affermare che non trarrei soddisfazione e/o non placherebbe la mia sete di vendetta, massacrare chi facesse molto male ad un mio affetto!
RispondiEliminaPene severe, sicure e non revocabili. Carcere duro, lavori massacranti.
RispondiEliminaMa niente violenza per violenza, il confine allo "Zero Tolerance" sarebbe sempre più valicabile. E poi indietro non si torna.
Concordo con Monsieur, al 103%!
RispondiEliminaPurtroppo se succedesse a me, difficilmente mi avvarrei della giustizia "normale". Più efferati sono meno pagano. x
RispondiEliminaA mio avviso il punto non è "occhio per occhio, dente per dente".
RispondiEliminaIl punto dovrebbe essere "Quanto senso ha recuperare un delinquente e farlo tornare nei binari della vita onesta?"
Ecco uno che fa del male ad una 14enne non merita un recupero, è solo gramigna che rovina il paese e va estirpata.
Certo la rabbia sarebbe molta, ma non gli torcerei un capello e lo consegnerei nelle mani della giustizia.
RispondiEliminaSai leggendo il tuo post,mi è tornato in mente il mio viaggio in Cina.
RispondiEliminaCome ben saprai la pena capitale viene applicata con una velocità spaventosa,in più se i familiari rivogliono il corpo devono pagare il costo dell'esecuzione (quello del proiettile sono sicuro,quello della mano d'opera non so).
Che questo però abbia poi fatto calare la criminalità non mi è dato saperlo,visto dei fatti propri i Cinesi non parlano all'estero.
La guida però ci sconsigliava di girare in certi quarieri....Certo una giustizia più "giusta e rapida" non sarebbe male,ma dopo aver visto i risultati ottenuti in Belgio con i pedofili,no saprei cosa proporre.
Monsieur, così dovrebbe essere,
RispondiEliminaE se così fosse, uno non si sognerebbe neppure d'immaginare di farsi giustizia sommaria e autonoma.
Ma così non è!
Macs, anch'io concorderei se la realtà si avvicinasse anche solo di un nono alla fantasia!
RispondiEliminaNast, idem.
RispondiEliminaDiventerei una furia senza controllo.
Ragnetto, il punto è che non si recupera un accidenti.
RispondiEliminaDi quanti hai sentito parlare che dopo il recupero si siano redenti?
Io ho solo sentito reiterare lo stesso delitto.
Manina, anch'io mi comporterei così se il fatto non mi toccasse in prima persona.
RispondiEliminaIo non so perdonare certe cose.
Ale, anche qui certi quartieri è meglio evitarli.
RispondiEliminaCredo che tutto il mondo sia paese.
Io non sono per la pena di morte, credo che nessuno estraneo alla vicenda, possa arrogarsi il diritto di togliere la vita a qualcuno.
Ma se facessero qualcosa a uno dei tuoi figli, pensi davvero che riusciresti a tollerarlo passivamente?
assolutamente no mia cara,ma penso sia un istinto primario..eliminare un potenziale pericolo per la specie.
RispondiEliminaPoi una certa dose di rabbia di certo non manca
ciao, scusa con sta storia del pc a riparare mi ero persa di tornare su questo post:(
RispondiEliminano io intendevo la famiglia di chi ha commesso il crimine!
è lei che ritengo corresponsabile.
insomma avevo capito male di conseguenza tu non hai capito me.
c'è anche da dire che sempre più spesso i delitti nascono in seno alla famiglia quindi le corresponsabilità si mescolano e si attorcigliano.
insomma tutti sanno e fanno finta di non vedere.
in questo senso non li ritengo idonei a emettere una sentenza, che anzi allargherei appunto alla famiglia che se non fosse malata non produrrebbe storture di questa specie!
tanto è vero che come dici, non riesci a immaginare che possa accadere nella tua. e in effetti non accade!
teti, ora è più chiaro.
RispondiEliminaInfatti io intendevo darlo in pasto alla famiglia della vittima.
Però, non tutte le famiglie che hanno cresciuto un mostro, hanno responsabilità oggettive.
Certo, conta molto come hai vissuto, chi ti ha allevato e come, ma ci sono casi in cui tutto questo non ha rilevanza.
Insomma, ogni caso è un caso a sè, come ognuno ha la capacità di decidere per la vendetta o il perdono.