Leggere attentamente


ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, se qualcuno dovesse riconoscersi in tilla papilla bullo ti sbullo o sullo catullo o, riconoscere qualcun'altro, probabilmente è affetto da una forma degenerativa della coscienza, malattia che ancora non ha nome e chissà se mai lo avrà, e semmai dovesse averlo si correrebbe il rischio che qualcun'altro potrebbe riconoscersi nel nome di quella malattia, comunque, ritornando a questa forma degenerativa si consiglia agli affetti da tal malanno una buona dose di cazzi propri, da farsi naturalmente

mercoledì 6 ottobre 2010

Polvere


Che mi ricordo di quando ero bambina e mia mamma andava per botteghe a fare la spesa.
Mica allora c'erano i supermegaiper mercati.
C'era il verduriere, il macellaio, il cartolaio.
Ed era bello girarli ad uno ad uno.
Mi ricordo che il fruttivendolo la vedeva arrivare e le offriva il sacchetto di carta e che lei meticolosamente, sceglieva ciò di cui aveva bisogno.
Coglieva come dalla pianta, i pomodori più duri, li tastava con la mano li odorava e compiva la cernita.
E così faceva con le zucchine o i ciuffi di spinaci.
Ogni volta in cui finiva, lui le si rivolgeva chiedendole se volesse degli odori, che per me significava raccogliere dentro ogni sacchetto il profumo di quella frutta o di quella verdura, esaltato come se non bastasse quello prodotto.
E non capivo perchè invece raccogliesse ciuffi di rosmarino, menta e alloro e li allocasse insieme ad altro.
Ma quel gesto cortese che ben si allineava col sorriso e la gentilezza del commerciante, mi bastava perchè tralasciassi ogni curiosità ulteriore.
Me lo ricordo come un tempo antichissimo e, nonostante siano passati appena 35 anni, forse lo è davvero.

28 commenti:

  1. tranquilla, quel ricordo non ce lo toglierà mai nessuno.. e pensa te che io a un verduriere devo anche la vita....

    bei tempi davvero !

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  2. che bel ricordo. com'è che più si va avanti e più si perde qualcosa?
    evviva il consumismo!

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  3. Ho ricordi ancora piu'antichi.La mamma ogni mattina alle 7,30 andava a comprare il latte,quello versato col mestolo e imbuto nella bottiglia di vetro,la mortadella,il pane fresco con la borsa di paglia di un tempo.Quando rientrando dal negozio poco distante,sentivo il profumo della mortadella,scattavo come una molla dal letto per fare colazione;pane mortadella e latte caldo.
    La foto che hai prodotto, cappeggia nel mio studio da qualche anno,accanto alla foto happy Bhirday Einstein,credo si chiami life is hard o qualcosa di simile.

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  4. Gli "odori" per noi erano composti da carota, sedano e prezzemolo. Il verduraio si chiamava Luciano, un omone grosso che parlava veloce "Patate, si, pata, patate, e poi pomodori vero? Pomodori, pomodori".
    Per quanto riguarda il latte, due volte alla settimana suonava al citofono il lattaio, e aperta la porta dalla tromba delle scale saliva il cantilenato "Latteee". Io col pentolino in acciaio inox del latte e lui con il suo contenitore da mezzo litro, che immergeva nel grande bidone: un litro e mezzo, tre misure.
    Poi mia madre lo bolliva e a volte faceva il burro con la panna di latte.
    Amore delizioso, vogliamo parlare di pantaloni corti e ginocchi sbucciati? Di nascondini? Di motorini?
    Quante cose, potremmo scrivere un'enciclopedia della belleza.
    Ciao e grazie

    Un nostalgico Enzo

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  5. Che ricordi spettacolari, qui da noi è ancora possibile trovare botteghe come una volta e quando posso scelgo sicuramente il contatto umano con il fruttivendolo piuttosto che l'ambiente asettico e studiato a tavolino con il marketing di un ipermegasuper ...
    Di questi negozi ricordo con maggiore piacere gli odori, non quelli che il fruttivendolo metteva nel sacchetto di carta a tua mamma piuttosto proprio quelli che intendevi tu. I profumi di certi negozi mi fa letteralmente impazzire, l'odore della carta e della mesticheria, il ferramenta, persino le parucchiere di una volta con il loro odore di lacca e capelli scaldati ... che belle sensazioni. Grazie yin

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  6. Lo è davvero, un tempo antichissimo. Dev'essere successo qualcosa a livello temporale. Gli ultimi trentacinque anni trascorsi, corrispondono a centocinquanta degli anni precedenti, prima degli ultimi trentacinque. Bello sto commento. Se non si ha una laurea in matematica, non si capisce una sega. E probabilmente non si capisce neanche se la si ha. Ma non lo riscrivo.

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  7. in latteria prendevo sempre le caramelle mou sciolte

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  8. Bellissimo postNOstalgia..
    Io addirittura ricordo che quando frequentavo le elementari..al mattino, prima di andare a scuola, con le mie amichette ci si recava in un piccolo negozio di generi alimentari, si mettevano le mani (pulite?) in una sorta di teca trasparente e si sceglievano i panini praticamente toccandone cento: questo sembra più grosso, questo è bruciacchiato, prendo questo che è più croccoso!
    Nessun virus e nesuna infezione...
    NOI SI CHE AVEVAMO DEI SIGNORI ANTICORPI! :)

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  9. uhh si mi ricordo anche io, con la mia mamma, dal fruttivendolo e scelta libera senza guanti ne' plastica. sacchetti di carta, rigorosamente. una volta, avro' avuto 4 o 5 anni non l'ho piu' vista, persa tra le melanzane, terrore di essere stata abbandonata, e mesta me ne sono tornata a casa, da sola! lei ha perso qualche anno di vita temo, e io ci penso ogni volta che entro in un fruttivendolo...perche' si, capita ancora.

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  10. Il fruttarolo dove vado io fa ancora così adesso. Ogni volta mi regala il prezzemolo o il basilico.

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  11. Bellissimo brano.

    Grazie mille per il commento, CIAO!!! :-D

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  12. Io quando torno nella bella Ivrea, lo rivedo ancora il nostro droghiere. Era iperstrabico: un occhio mandava afanculo l'altro, per dire. Ed a veva un punto cieco, lì nel mezzo. Era dove ci mettevano noi bambini per fregargli le Mou della Elah. Poi facevi un passetto a sinistra o a destra, entravi nel suo campo visivo e con l'aria da angioletto d'oro chiedevi un etto e mezzo di prosciutto di quello che prende sempre la mamma!

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  13. Aitor, io non arrivo a tanto, ma è vero è un bel ricordo che rimane.
    Ti abbraccio.

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  14. Mars, che bella domanda!
    In reltà il futuro avrebbe dovuto portare qualcosa e non farcelo perdere.
    Ci sarebbe voluto un equilibrio diverso che però non c'è stato.
    Se vogliamo, riuscire a fare tutti contenti non è mai possibile...

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  15. Di "Polvere" esiste una cover molto bella, ma non ricordo il nome di chi la canta, quando mi verrà in mente te lo scriverò.

    È paradossale come una volta conducessimo una vita molto più sostenibile di adesso, ricordo che l'acqua si andava a comperare nelle bottiglie di vetro e che i vuoti si restituivano, che la spesa la si andava a fare con le borse di paglia e i sacchetti di stoffa, i contenitori del detersivo erano in cartone e le buste della spesa di carta.

    Questa in cui ci troviamo è una triste e pericolosa deviazione culturale, per la nostra stessa sopravvivenza si dovrà tornare ad abitudini consapevoli e rispettose dell'ambiente.

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  16. Primo, che ricordi meravigliosi.
    Io ricordo che bevevo il latte della centrale, nella confezione fatta a triangolo.
    Ricordo il pane fresco ogni giorno e quello raffermo che mia mamma grattava e col quale ci faceva le cotolette.
    Lo yogurt con i fermenti lattici che prolificavano...
    Non conosco il titolo della foto, l'ho trovata un mondo di tempo fa su internet e me ne sono innamorata...

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  17. enzo e il suo giardino, porto ancora con me più d'una cicatrice.
    Certo, non avevo i calzoni corti, ma i codini e le gonnelline da brava bambina.
    Ricordo il grembiule bianco e i fiocchi colorati della scuola e lo stemmino della classe di appartenenza, con i numeri romani.
    Ogni anno uno nuovo, una conquista in più!
    Grazie a te

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  18. eroteretici, qualcosa c'è anche qui, ma non è come allora.
    Non lo è più.
    Comunque, non hanno lo stesso odore, benchè mi sforzi di ritrovarlo.
    Credo che la cosa importante sia riuscire a non perdere il ricordo.
    Grazie a te yin

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  19. evaso, io in matematica sono una chiavica!
    Ma a grandi linee credo di aver intuito quello che intendi, ma non chiedermi di spiegartelo!!

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  20. Fabri, io in cartoleria prendevo i cicles quadrati da 10 lire!

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  21. Grace, ogni cosa la potevi scegliere senza guantarti.
    Se pescavi un pomodoro dal mucchio e lo rimettevi in mezzo, nessuno ti diceva nulla.
    Eravamo meno schizzinosi, avevamo meno paura delle malattie.
    Credo che gli anticorpi fossero gli stessi ma gli concedevamo il compito di svolgere il loro lavoro...
    Ora cerchiamo di dargliene il meno possibile!

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  22. Rossa, una volta è successo anche a me, ma invece di tornare a casa ho cominciato a piangere disperata.
    Una signora si è avvicinata per chiedermi cosa fosse successo e io candidamente risposi che mia mamma si era persa!
    Non credo avessi sbagliato il soggetto!

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  23. espe, potere delle botteghe paesane.
    Quando andavo a passare le vacanze nel canavese, ero amica della lattaia, della cartolaia, del macellaio.
    Nei microcosmi la vita è rimasta magicamente intatta.
    Lì ancora non c'è nessun ipermercato e mai ci sarà.
    E' per quello che ci torno volentieri, per respirare aria di buono, di antico, di bello.

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  24. Davide grazie a te...
    E' bello dare un volto a un bloggher...

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  25. Macs invece tutto quello di cui ho parlato io, non c'è più.
    La via è trasformata, i negozi pure.
    E mi fa una tristezza infinita.

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  26. Manina, io ricordo le donne che calavano dal balcone la cesta con il filo.
    Il garzone infilava la spesa e loro tiravano su, come fosse una pesca miracolosa.
    Allora facevi mettere in conto le spese, poi passavi a pagare.
    E nessuno aveva conti in sospeso a lungo.

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  27. Hey... c'è sintonia fra di nOi... (come cantava il de luigi)!

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  28. mai pensato il contrario, neppure quando non condivido!!
    :)))

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